La storia della Fiat X1/9
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La storia della Fiat X1/9






La Fiat X1/9 è una vettura del tipo targa, a motore centrale, prodotta dalla FIAT tra il 1972 e il 1989. La X1/9 discende dalla concept car "Runabout", una barchetta dalle linee tese e dotata di un vistoso roll bar, realizzata nel 1969 dalla Bertone, su disegno di Marcello Gandini, quale proposta di soluzione sportiva per l'Autobianchi A112, della quale utilizzava il motore e varie componenti meccaniche, nonostante il diverso schema "tutto dietro".
Il successo ottenuto dalla "Runabout", al Salone di Torino dello stesso anno, incoraggiò Nuccio Bertone ad allestire un'evoluzione del prototipo da barchetta in targa, affinché la vettura fosse più facilmente industrializzabile.


Ulteriori spunti tecnici furono presi dalla visita di Giotto Bizzarrini che, nel 1970, mostrò a Bertone la sua "128 Sport" a motore posteriore, appena realizzata per le competizioni. Nel frattempo, la dirigenza FIAT che già all'epoca controllava totalmente l'Autobianchi, optò per la soluzione "A112 Abarth", più economica e soprattutto più adatta a fronteggiare il successo commerciale della Innocenti Mini Cooper


Il nuovo prototipo sembrava destinato a finire tra i tanti senza sbocco produttivo, ma nel 1971 durante una visita agli stabilimenti di Grugliasco, Gianni Agnelli notò la piccola targa, trovandola adatta a sostituire nella gamma FIAT l'ormai datata "850 Spider", anch'essa prodotta dalla Bertone. Il prototipo fu quindi ricondizionato e inviato alla FIAT per il progetto di industrializzazione che prese la sigla interna "X1/9", poi mantenuta anche per la denominazione commerciale del modello.

L'opera di pulizia e riverniciatura del prototipo fu imprudentemente affidata da Nuccio Bertone a una carrozzeria artigianale esterna, della quale si serviva spesso per lavori di piccola entità, allo scopo di non disturbare il regolare funzionamento delle linee produttive interne.

Non si sa come, ma la situazione venne a conoscenza di Alejandro de Tomaso, cui non parve vero di trarne vantaggio, nell'ambito dell'annosa "guerra" commerciale tra FIAT e Ford per la supremazia nel mercato automobilistico europeo; "guerra" che aveva già coinvolto la Ferrari, qualche anno prima, e che aveva dato origine al "Progetto Dino".

Alejandro de Tomaso convocò Tom Tjaarda nella piccola carrozzeria torinese e gli ordinò di copiare la futura "X1/9", eseguendone un figurino che, in seguito, la Ghia trasformò in prototipo, sulla meccanica della "Vallelunga". La copia della Targa di Bertone venne presentata al Salone di Torino del 1971 come De Tomaso 1600 Spider, "bruciando" così l'effetto sorpresa per la presentazione della "X1/9", prevista nei mesi successivi.

La trovata, naturalmente, suscitò il disappunto della Bertone e della FIAT, ma contrariamente ai timori di Tjaarda non vi furono conseguenze giudiziarie. Per provocare qualche reazione la Ford acquistò il prototipo della De Tomaso con il dichiarato intento di metterla in produzione, ma sempre senza strascichi polemici o legali, la FIAT procedette all'evoluzione del progetto "X1/9".

Il 22 dicembre 1972 la Fiat X1/9, già in produzione da alcune settimane, venne ufficialmente presentata alla stampa internazionale nel Parco delle Madonie, sul tracciato della Targa Florio, contemporaneamente alla Fiat 124 Abarth Rally.

Utilizzando la meccanica della Fiat 128 Coupé che venne spostata al posteriore (la X1/9 aveva, infatti motore centrale e trazione posteriore, mentre la 128 aveva motore e trazione anteriori), la piccola targa, munita di robusto roll bar centrale e tetto rigido asportabile e inseribile nel cofano anteriore.

La derivazione 128 era evidente nella meccanica: sospensioni a ruote indipendenti, impianto frenante a quattro dischi (gruppi posteriori analoghi a quelli della Fiat 124 Sport) e motore trasversale a 4 cilindri di 1290cm³ da 75 cv (lo stesso della 128 Rally 1300 poi, cessata la produzione di questa versione adottò quello della Sport Coupé 1300).[3] Il telaio era derivato direttamente dalla cugina Lancia Stratos (con la quale condivideva qualche componente della carrozzeria), sempre frutto della matita di Marcello Gandini, il designer della Bertone negli anni settanta. Nel listino Fiat, la neonata "targa" prendeva il posto della 850 Sport Spider, rinunciando, secondo le convinzioni dell'epoca, a una carrozzeria spider per ragioni di sicurezza.

La X1/9 venne esportata negli USA sia con motore 1290 cm³ sia nella versione che nascerà qualche anno dopo con motore maggiorato a 1498 cm³, alimentazione a iniezione, dotata dei dispositivi antinquinamento previsti dalle normative statunitensi e strumentazione con misure anglosassoni, ottenendo un buon successo di vendite.

Nel 1978 subì il primo (e unico) restyling della sua lunga carriera (18 anni) con la versione "FIVE SPEED" che richiamava sin dal nome la maggiore modifica, l'adozione del cambio a 5 marce. Esteticamente la vettura venne "americanizzata" con l'adozione di massicci paraurti in alluminio ad assorbimento; anche il cofano motore subì una vistosa modifica per ospitare il nuovo propulsore. Gli interni vennero completamente ridisegnati con nuovi sedili ergonomici regolabili e cruscotto di nuova concezione.

La cilindrata del motore cresce a 1498 cm³ (85 CV), mentre il cambio diventa a 5 rapporti. La velocità massima arriva a 185 km/h con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 10 s.

A partire dal 1982 la produzione, ormai quasi interamente assorbita dagli USA, adottò anche il marchio Bertone, presso le cui officine la vettura era prodotta sin dall'inizio.

Negli anni Bertone la X1/9 venne realizzata in una serie di versioni speciali anche con carrozzeria "bicolore" e interni lussuosi (come la In del 1982 che presentava interni in pelle rossa); per i telai (contrariamente alla produzione FIAT) vennero adottati trattamenti anticorrosivi con verniciature speciali a 9 strati. La produzione cessò nel 1989 con la versione "Gran Finale": qualche variante come i nuovi cerchi in lega e piccolo spoiler posto nella parte posteriore; vetture dotate di verniciatura micalizzata. In totale la produzione dal 1972 al 1989 è stata di circa 170.000 esemplari.

La X1/9 (l'unica nella storia del marchio torinese a motore centrale) fu l'ultima vettura a due posti e scoperta presentata da Fiat fino all'arrivo della Barchetta.

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